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Il colore delle emozioni

foto new york ponte
Appunti di viaggio – New York
3 marzo 2016

“Idee di corsa” nasce da un’idea di Marcello Bortolotti che propone un concetto diverso di corsa, non tesa al tempo o al risultato ma una corsa condivisa da tutti i membri del team durante la quale conoscersi sfruttando le diverse abilità di ognuno dei suoi partecipanti, imparando gli uni dagli altri, prendendo il meglio ed accettando il peggio di ognuno. Perché si parte insieme e si arriva insieme non lasciando indietro nessuno. La raccolta fondi legata alla corsa ha lo scopo di finanziare borse di studio sportive a favore di ragazzi le cui famiglie si trovano in difficoltà economiche. Un modo genuino di avvicinarsi allo sport e di trovare nuovi stimoli e passioni.

Con “Idee di corsa”, Serena ha stabilito una sinergia lavorativa appassionata che non si è fermata alla mera esecuzione di un compito richiesto, ma ha toccato corde più profonde, trovando nel progetto espressioni genuine di condivisione e solidarietà nel contesto della montagna.

Serena devolverà ad “Idee di corsa” parte degli introiti derivanti dalla vendita delle sue fotografie.

Critica di Rita Dri

L’ Immensità.
Non è possibile pensare ad altro: la Montagna è Universo impalpabile, intangibile. Universo, Macrocosmo oppure semplicemente linee orizzontali, verticali che si inerpicano tra i muschi, colori vivissimi sciolti nelle luci dell’alba, silenzi sbriciolati tra le anse dei pendii, nuvole gonfie che toccano schiene con fare, molto spesso, brusco, ruvido.

La Montagna non regala solo sensazioni tattili, visive, olfattive!
E’ un caleidoscopio puntato sulle emozioni, una porta d’accesso sul non conosciuto, sull’imprevedibilità.
Non c’ è nulla di scontato allora! In Montagna si parla con se stessi anche quando si è in gruppo perché la bellezza di questa Enormità è racchiusa in quell’intima solitudine che si intercala in mezzo agli altri.

Che si parli di ampi spazi è altresì innegabile anche quando si cerca di contenere il tutto. Grandissimo, piccolissimo. La Montagna, l’Uomo, l’Atleta. Il Gruppo. Tra le mani, gli sguardi, il respiro, l’affanno, le unghie, i piedi di chi corre quella lingua di terra che porta da San Candido a Coccau attraverso il Sentiero della pace, c’è il desiderio di raccontare un’avventura, prima con se stessi, poi con la Natura.
Non ci si mette molto a capire come fila il discorso: basta dare un’occhiata a quelle immagini su tela raccolte in questa mostra.
Le Emozioni dei colori sono principalmente un concetto semplice, coinciso di quello che si vive correndo, in Montagna per raggiungere un obiettivo. Che non è la medaglia, il record, la prestazione. Ce lo dicono fra le righe i volti dei 6 protagonisti di questa avventura.
Le loro facce parlano di Amicizia prima di tutto, costruita attraverso la fatica, l’aiuto reciproco, la resistenza, lo sconforto battuto dalla tenacia, la paura sopraffatta dal sostegno del compagno vicino. Ma se andiamo oltre, riusciamo a cogliere l’essenza del discorso. Collaborazione, cooperazione, appoggio, soccorso.

Partire insieme per ritrovarsi alla fine insieme. Nessuno viene lasciato indietro; non ci sono ultimi ma un canto corale su una grande opportunità: mettere alla prova se stessi per superare i limiti di ognuno. E insegnare agli altri che si può fare.

Quegli azzurri intensi, quegli ocra, quei verdi adagiati sulle pendenze, i fianchi scoscesi insegnano a chi guarda cosa significhi essere Montagna. Sì, perché parliamo di un concetto, di un modo particolare di vedere, sentire, soffrire. Correre in. Correre in mezzo al sentiero. Correre in mezzo alla pioggia. Correre tra le nuvole che nascondono la via. Correre con il fiato che quasi non c’è e poi farcela. Ritrovarsi. In quella Immensità appunto che è la Montagna.

Le immagini, le fotografie in questo senso, non fanno altro che prendere per mano lo spettatore, che diventa esso stesso parte integrante di un insieme cordialmente dialogante. La forza del messaggio non è gridata, piuttosto stemperata all’ interno di un formato, il 100x70 che vuole inglobare.
Lo sguardo così si fa prismatico, si apre a ventaglio per dare un significato ad ogni forma e poi, non pago, per cercare quell’ abbraccio globale che tiene unite le cose. Anche se sembra scontato, ogni immagine parla con le altre proprio a riprendere quel sentimento di amicizia, calore, solidarietà che è filo conduttore.
I protagonisti della corsa poi, non sono mai esplicitati ma definiti in chiaroscuro; i nomi tutto sommato, le fisionomie definite, non interessano perché la Natura diventa soggetto principale. E’ lei che porta chiunque, fuori o dentro l’immagine, a interporsi tra i colori, gli spazi, le sagome per costruire un creato dove nulla è fuori posto. In fondo, la forza di queste tele non è altro che un invito gentile a vivere ogni emozione e sensazione con estrema letizia.